domenica 30 maggio 2010

Il potere della TV

Ho fatto una enorme conquista e ne raccolgo i frutti; sono ormai diversi anni che evito la tv. I frutti consistono in una consapevolezza molto migliore di me stesso e del mondo che mi circonda, meno condizionamenti più o meno subliminali e più tempo da dedicare a cose "umane" come suonare, leggere, ascoltare musica, insomma dedicarmi a cose "normali" e certamente più proficue. Casualmente oggi ho dovuto sostare nei pressi di un televisore acceso e sentire parte di un telegiornale. A parte che di telegiornale non aveva proprio niente, dal momento che trattava argomenti da varietà, da gossip, da pollaio, dava anche la seguente interessante "notizia"; Gli esperti avvertono: questa che verrà sarà un'estate maleducata e all'insegna della trasgressione.
Naturalmente la cosa mi ha fatto ridere all'inizio, ma riflettendoci un poco dovrebbe far discutere. Chi sono questi "esperti" e che studi hanno compiuto per arrivare a questa conclusione, e da chi sono stati finanziati? La risposta non può che essere una; in realtà questi esperti altri non sono che collaboratori dei burattinai che tirano i fili alle marionette, quelle marionette che più o meno consapevolmente stanno attaccate alla tv ore al giorno. Sono sicuro che, come previsto da questi esperti, sarà un'estate "maleducata", ma per il semplice motivo che molti si sentiranno giustificati da tale "notizia" a dar fondo al peggio di sè. E' accaduto altre volte e ho osservato il fenomeno accadere puntualmente. E' una dimostrazione del potere della tv. Ti condiziona e lo fa facendoti sentire libero di pensare e decidere, ma non lo sei se non fino ad un certo punto. Si può volare al di sopra del pollaio qualche volta per avere una illuminante visione panoramica, e lo si può cominciare a fare rinunciando ad accendere quella demenziale scatola nera, rinunciando a quell'impulso che ti spinge a credere che quella sia informazione, buona compagnia e divertimento. A meno che non tu non sia già così pollo da trovarti effettivamente bene nel mezzo del pollaio. In questo caso, buona visione.

lunedì 24 maggio 2010

Solite falsità sull'autismo....

E' ormai da tempo che nel web circola un PPS con questo titolo:
Patrick Notley è una persona con autismo e ha prodotto queste bellissime foto con l'intenzione di condividerle....
La prima volta che le ho viste, passati due secondi e scomodati non più di un paio di neuroni mi sono accorto che le foto non potevano essere state scattate da un soggetto autistico. E questo per tanti motivi, ci si potrebbero scrivere interi libri. Ma basta prendere in considerazione le prime più banali impressioni per avere enormi dubbi sulla paternità "autistica" di quelle foto. Qualche foto è stata scattata sott'acqua, le altre in superficie. Caspita, un geniale soggetto autistico che non solo fa foto grandiose, ma è anche esperto subacqueo. Poi, dopo i primi forti dubbi, mi accorgo che su una foto si sono dimenticati di cancellare il nome del vero fotografo, il professionista Detlef Winkelewski. Anzitutto è sorprendente che qualcuno si prenda la briga di "rubare" foto per fare un PPS e spacciarlo per qualcosa di eclatante, ma è ancora più sorprendente che ci sia ancora, a distanza di un annetto da questa bufala, chi ci crede e la spaccia per vera. Basta digitare su Google "Patrick Notley" per vedere quanto fermento creano certe bufale nei blog, nei cosidetti social network, senza contare tutte le email che girano (e che me le fanno girare...) con questi PPS fasulli. Ne ho visti di tutti i colori; enormi cazzate spacciate per profondi pensieri di santoni di turno o del Dalai Lama in persona, commoventi catene di sant'antonio accompagnate da struggenti motivetti musicali che se non le rimandi ad almeno tot persone ti scende una sfiga paurosa...., ma quello che più mi fa incazzare stavolta è che ci abbiano messo l'autismo in mezzo. Persone indegne di nominarlo. In una società veramente costruttiva e civile, un soggetto come quello che ha inventato questa storiella lo si obbligherebbe a qualche mese di riflessione, magari a stretto contatto di persone affette da autismo, e in qualità di aiutante.
Non potrebbe che fargli bene!