martedì 26 giugno 2012

Una giornata al mare con l’autismo “silente” e il “normalismo” prevalente.



Qualcuno ha detto che siamo depressi? Sbagliatissimo. Chi ha interpretato questo dal mio precedente racconto è appunto perché, come già detto, spesso ci si sofferma sulla prima impressione o su un aspetto che altro non è che una delle tante sfaccettature della vita. E se nelle famiglie con autismo molte giornate possono essere buie o grigie, ci sono pure quelle luminose in cui ci si diverte con più gioia di quanto  si possa immaginare. C’è anche chi, facile alla depressione, evita con orrore ogni contatto con la realtà se questa non è colorata di rosa, e rifiuta di accettare come reali quelle situazioni che lui stesso non potrebbe e non riuscirebbe mai a sopportare. Una specie di sindrome di Peter Pan credo, che  porta costoro a sedersi sempre nel lato opposto al pessimismo ma non nello stesso banco degli ottimisti e tanto meno dei realisti; piuttosto in quello degli spensierati col paraocchi. "Quello che non vedo e che non sento, non esiste".
L’altro giorno, trovato un fazzoletto di spiaggia tranquillo - cioè non assediato come un formicaio- il nostro ragazzo si è finalmente svagato per qualche ora, e noi con lui. A distanza di diversi anni da quel suo spavento nel vedere una maschera subacquea in una spiaggia dell’isola di S.Antioco, l’ho finalmente convinto ad indossarne una delle mie e provarla in acqua. Come ho fatto? Bè non è stato facilissimo, c’è voluto del tempo e un minimo di dedizione, inutile raccontare il come perchè, tanto, ogni autistico reagisce alla sua maniera, e quello che funziona con Gabriele può non funzionare affatto con altri.
Nel pomeriggio, col mare piatto e l’autismo sul sereno – poco mosso, una coppia di anziani turisti provenienti dalla penisola si accomoda sulla rovente sabbia non distante da noi. Vedendo che anche io avevo pronto all’uso un fucile da pesca, il signore mi si rivolge per sapere qualcosa su quel tratto di mare e sulla vita acquatica sotto di esso. Così scambiamo due piacevoli chiacchiere marinare.
Gabriele nel frattempo era così tranquillo che i due turisti non si sono minimamente accorti del suo autismo, ma la cosa più curiosa di quella giornata al mare riguarda l’atteggiamento dei due vicini di ombrellone, che fin dal primo minuto dal loro arrivo si battibeccavano per ogni cosa; “Ma te l’ho detto io che li ci dovevi mettere il ghiaccio no?”  “E invece di dirlo perchè non lo hai fatto tu, perfettina mia?” “Ma senti questo, perchè non ti togli dal sole che ti aggrava i sintomi della vecchiaia, và a dormire in macchina con l’aria condizionata accesa..”
Io e mia moglie ci divertimmo parecchio; sembravano quasi due bambini dispettosi che litigavano per nulla, e così io e lei ci scambiavamo sguardi e risatine di soppiatto. Poi vennero fuori –nei loro battibecchi- altre terribili verità come: una muta troppo stretta, un calzino bucato, un’insalata di polpo immangiabile, quella volta che il tacco della scarpa di lei si spezzò proprio ad un ricevimento, e decine di altri fatti di cronaca “nera” dello stesso livello.
Ormai non riuscivamo più a trattenere le nostre risatine che si trasformarono in risatone da spanciarsi, e finì che  i due anziani coniugi si lasciarono contagiare dalla nostra gioia ma non mancando però di rimproverarsi qualcosa di tanto in tanto, giusto per non perdere l’abitudine. “Beati voi” dissi loro “se questi sono i motivi di dispiacere che avete avuto nella vita, bè vi auguro di averne sempre e solo di questo genere fino a cent’anni.
Certo è strano, siete venuti qui in Sardegna per litigare quando invece potreste godervi la bella giornata..” La signora guardò il suo compagno e, scuotendo la testa, gli disse “E però, sai che non ha mica torto il signore, siam partiti tre giorni fa da casa che discutevamo, e ancora non abbiamo finito...” Così i due si acquietano, e tra un bagno ed una risata la giornata trascorre in allegria per tutti, poi i due si prendono per mano e vanno verso la loro auto, voltandosi di tanto in tanto per salutarci.
I due simpatici turisti ci hanno dato lo spunto per delle riflessioni che abbiamo approfondito durante il viaggio di ritorno; abbiamo ripercorso mentalmente quell’altra vita nella quale, non conoscendo i veri affanni, anche noi ci preoccupavamo spesso per delle inezie, quelle che io adesso chiamo “Autentico Nonnulla D.O.C. Certificato".
Buone vacanze.
Marcello

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